Alla Guardia si digiuna!

Chiusi due ristoranti storici. Visite in calo, scarsa presenza di genovesi

 

Il Santuario di Nostra Signora della Guardia, oltre ad essere meta ambita da pellegrini religiosi, è sempre stata una destinazione molto gettonata dal punto di vista culinario. Nei pressi del Santuario, infatti, erano presenti varie attività ristorative: la trattoria del Bossaro, i ristoranti Masnata, O Strixeu e San Giorgio. Di questi soltanto gli ultimi due sono attualmente attivi.Abbiamo cercato di capire il perché con Edison Lushaj, responsabile della cooperativa San Giorgio: «Fortunatamente – osserva – troviamo una sponda nel rettore, mentre l’amministrazione comunale non è molto presente. Gli eventi che si svolgono qui sono tutti organizzati da noi o dal Santuario».

Il San Giorgio non è solo un ristorante, mette a disposizione dei visitatori anche camere, destinate soprattutto a gruppi di pellegrini religiosi ed anziani che in estate cercano di fuggire dall’afa della città rifugiandosi sul monte Figogna.La mente di Edison non può non ricordare sabato 27 maggio 2017, giorno in cui Papa Francesco si è recato al Santuario. «Quel giorno è stato molto impegnativo – aggiunge – ma abbiamo respirato un’atmosfera unica. Avevamo molte richieste, ma i posti erano esauriti. Possiamo affermare con orgoglio che il Papa ha mangiato da noi».

Il Santuario della Guardia è sicuramente il più famoso e venerato tra gli edifici mariani liguri, favorito anche dall’ottima posizione panoramica. Luogo visitato ogni anno da migliaia di pellegrini, con l’apice raggiunto il 29 agosto, giorno in cui viene celebrata la festa della Madonna, che nel 2015, anno dell’apertura della Porta Santa, ha registrato più di 20 mila visitatori.Abbiamo cercato anche di capire se il monte Figogna, alla luce della carenza di strutture ricettive, potrà avere davvero un futuro turistico o si dovrà accontentare di pellegrinaggi religiosi.

In merito, abbiamo sentito il parere di Don Piero Parodi, vice rettore del Santuario: «Due ristoranti sono già tanti. Lo spazio di quelli precedenti è stato riutilizzato in parte per il self service e in parte per il mercatino».Il Santuario, giova ricordarlo, si trova sul territorio del Comune di Ceranesi e non, come spesso si pensa erroneamente, in quello di Genova. E’ possibile trovare una sponda nelle istituzioni locali?

«L’amministrazione comunale in genere è abbastanza disponibile, anche se spesso è necessario insistere per farsi ascoltare. Diciamo che hanno altri problemi…» aggiunge il vice rettore.Tuttavia c’è da fare i conti con un calo delle visite. E’ aumentato il turismo religioso, con gruppi che giungono in pullman spesso da altre regioni. Allora chi manca? «I genovesi! – puntualizza Don Piero Alcuni di loro non ci sono mai stati. Ed è un peccato, perché a mezz’ora al massimo da casa hanno un luogo turisticamente apprezzabile».Se i fatti sono questi, sarebbe auspicabile un’inversione di tendenza, prima di rischiare di perdere un territorio che dovrebbe essere uno dei punti di forza del Comune di Ceranesi.

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