Bricco Carlo, un’oasi di pace in Val Verde

La biologa Lucilla Carcano ci racconta flora e fauna di questa parte di Appennino

Prato sul bricco Carlo

Nei pressi della cima del Bricco Carlo, rilievo posto tra le frazioni di Cravasco e Pietralavezzara e che domina il paese di Isoverde, nel comune di Campomorone, si trova un piccolo edificio sacro che contiene una effigie di Nostra Signora della Guardia.

La cappellina, sconosciuta ai più, è stata restaurata nel 2008 a cura dell’Associazione Nazionale Alpini ed è circondata da tavoli e panche a margine di un esteso pianoro, ottimo punto di sosta per merende e giochi.

La sommità del Bricco Carlo, sormontata da una grande croce, nonostante la quota limitata (551 m s.l.m.) offre una visuale ravvicinata sul Monte Leco, sul Monte Taccone, sul Bric di Guana e sul sottostante borgo di Isoverde.

Sul sentiero che porta alla vetta si incontra il monumento che ricorda i 17 partigiani fucilati nella primavera del 1945 e si può ancora scorgere il cipresso su cui si rifugiò l’unico superstite.

La flora e la fauna di questa meravigliosa parte di Appennino ligure è stata raccontata dai disegni e dagli acquerelli di Lucilla Carcano, biologa e disegnatrice, con la sua mostra “Un anno su Bricco Carlo”. Con questa esposizione la pittrice-biologa ha voluto raccontare l’ecosistema di questa montagna, che possiede una varietà di flora e fauna ignota alla maggior parte delle persone.

La dottoressa Carcano ci racconta: «Ho voluto illustrare la vita naturale nell’intero corso di un anno. Facendo semplici passeggiate sul territorio ho potuto raccogliere una grande varietà di dati sulle piante e sugli animali che popolano questo angolo di mondo». E ancora: «La stragrande maggioranza delle persone non è a conoscenza della grande quantità di specie animali e vegetali che vivono vicino a noi. Io stessa, che ho studiato botanica, non sapevo che su Bricco Carlo ci sono ventitre varietà di orchidee selvatiche, di cui alcune sottoposte a regime di protezione totale».

In primavera si possono trovare i frassini, le primule, le pulmonarie, fino alle fragole selvatiche che si trovano nel sottobosco, mentre in aprile e maggio sui prati fanno bella mostra di sé le orchidee selvatiche. Durante l’estate elicriso, iperico e timo punteggiano le distese erbose, in autunno i sentieri vengono popolati dai cercatori di funghi, mentre l’inverno, seppur povero dal punto di vista floristico, è altrettanto intressante dal punto di vista paesaggistico.

Nella mostra è illustrata anche la fauna, che comprende ungulati e uccelli, diverse specie di insetti, rettili e anfibi. L’autrice ha voluto rappresentare la poco conosciuta salamandrina dagli occhiali, che è presente nei torrentiche scorrono attorno al bricco.

Per lei il monte non è solo un mucchio inerte di calcare, ma è la casa di moltissimi esseri che vi nascono, vi crescono, si nutrono e si riproducono, perchè lì hanno trovato le condizioni più favorevoli alla loro vita.

Ci spiega che è importante conoscere la vita presente in questa oasi, poichè vi è il timore che gli scavi relativi alla realizzazione del terzo valico dei Giovi possano danneggiare questo ecosistema, come accaduto al Mugello dopo la costruzione del tunnel per la linea ad alta velocità ferroviaria Bologna-Firenze.

Noi ci auguriamo che qualcuno dei nostri lettori attraverso questo articolo venga a conoscenza di questo angolo di paradiso e che venga spinto dalla voglia di visitarlo, godendo della tranquillità e dei bellissimi panorami che qui si possono trovare. Noi ve lo consigliamo, ne vale la pena.

La cappellina del bricco Carlo

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