Ceranesi: il Comune degli asini
Resoconto sulla riunione sul Terzo Valico
Asini!Ieri sera a Ceranesi, presso la Scuola De André, si è tenuto l’incontro di Comune, Cociv ed RFI per illustrare ai cittadini le modalità di chiusura della strada SP4 di S. Marta, ecco com’è andata.
Ci si sarebbe aspettati di vedere tutta la maggioranza in sala, come peraltro una rappresentanza del Comune di Genova, ma nulla di tutto questo. Erano presenti una parte della maggioranza in Comune, l’ingegnere responsabile di Cociv e un rappresentante di RFI.
Dopo l’introduzione della Sindaca, l’ingegnere di Cociv ha comunicato innanzitutto i tempi di realizzazione: 8 mesi per il tratto Ferriera-incrocio di Lavaggi, 10 mesi per incrocio Lavaggi-S. Marta e altri 14 mesi in cui si dedicheranno al percorso che da S. Marta porta al confine col Comune di Genova.
Troppo. Davvero troppo tempo per un’opera già di dubbia utilità (il Terzo Valico dei Giovi), ma condita dalle innumerevoli incertezze date dalla situazione del traffico penalizzata anche da frane e dalla viabilità modificata a valle per il crollo di Ponte Morandi.
Il clima non è per nulla sereno, vi è la presenza anche di Digos e Carabinieri, il comitato No Tav non ha stranamente partecipato. E i momenti di tensione non mancano. Un cittadino viene accompagnato fuori dalle forze dell’ordine, ci sono urla, ma alla fine non vi è stato alcun problema serio di sicurezza, il desiderio di ottenere risposte chiare è più forte.
La giunta, rappresentata dal sindaco Molinari, sostiene che la strada è a forte rischio di dissesto e che l’opera di ripristino e allargamento o si faranno ora o mai più, data la situazione delle casse comunali. I cittadini, seppur divisi su queste affermazioni, si dimostrano concordi sullo stato della provinciale, ma chiedono a gran voce quali siano le soluzioni ai sicuri disagi alla viabilità e di vivibilità del Comune. Su questo la Sindaca sembra inizialmente decisa nelle sue dichiarazioni: “Il via ai lavori non verrà dato se prima tutte le strade alternative (Livellato, Guidovia e S. Carlo di Cese) non saranno pienamente funzionanti dopo gli ultimi eventi alluvionali, per poi, sul finale, confessare a denti stretti (e quando la maggior parte del pubblico era ormai tornato a casa) che il Comune può far poco o nulla non essendo lui il committente dell’opera ma RFI.
E’ stato dichiarato che, per quanto riguarda la strada dell’ex Guidovia, si potrebbe pensare a due fasce orarie, una per la salita e una per la discesa, con tutte le criticità del caso, oltre che un doveroso e complesso presidio da parte di chi dovrà controllare (ricordiamo che Ceranesi conta solo 2 vigili urbani e la latitanza del Comune di Genova non fa ben sperare…).
Le domande e le proposte dei cittadini sono state molte, riassumiamole:
1) Avere il potenziamento dell’ospedale Gallino (richiesto anche da noi tramite una raccolta firme online che ha ottenuto 11.429 adesioni), ma l’unica soluzione sembra essere l’installazione di 2 conteiner (si, avete letto bene!) ad uso COC (Centro Operativo Comunale), che si attiva solo durante le allerte e non rappresenta assolutamente un presidio medico.
2) Regolare il semaforo in fondo al “Perdono” e convertirlo da tre a 2 tempi per agevolare il flusso di veicoli. Non viene data una risposta chiara.
3) Proposta di accelerare i lavori facendo lavorare anche di notte. L’ingegnere del Cociv dichiara che si potrebbe anche fare, ma, ad un’eventuale contestazione dei residenti si dovrebbe tornare agli orari standard. Successivamente l’assessore al TAV sostiene che la conformazione acustica della valle non permette per legge il lavoro notturno. Dunque altra risposta fumosa.
4) Proposta di fare una prova di chiusura per verificare l’effettivo funzionamento del bypass. Pare ci sia stato un rifiuto, ma le risposte non esaustive a questo punto aumentano.
5) Creazione di un ponte a S. Marta che colleghi Ceranesi e Campomorone in zona Biscottificio Grondona. Storia vecchia, questa. La proprietà privata dello stabilimento e, in alternativa, la stretta strada che sale verso Campomorone non permettono di realizzare quest’opera.
6) Adeguare le strade secondarie (soprattutto la ex Guidovia) prima di far partire i lavori: Cociv sta per aprire i cantieri e dunque non c’è il tempo per realizzare gli adeguamenti. E l’assessore al TAV dichiara che l’allargamento di questa strada sarebbe stato un di più (!). Lo dica quando i camion passeranno a decine, con gravi rischi per gli altri mezzi e per la strada stessa.
7) Preoccuparsi prima del secondo tratto, quello interessato oggi da un cedimento della strada che ha costretto ad un senso unico alternato e dedicarsi successivamente agli altri due. Cociv dichiara che non è possibile data la tabella di marcia.
8) Scuolabus: non è chiaro come faranno i bambini di S. Marta e Lavaggi ad arrivare a scuola.
Non poche, dunque, le proposte, ma il Vicesindaco sostiene che non ce ne siano state…
A suo tempo, il consigliere del Movimento 5 Stelle Gerardo Altosole, da noi interpellato, aveva richiesto di organizzare un Consiglio Comunale aperto, dove invitare cittadini, parlamentari, Croci, asl, aziende, consiglieri regionali, consiglieri di altri comuni, associazioni territoriali, protezione civile, etc, per fare un piano omogeneo e organizzato al meglio, ma lo stesso Altosole dichiara che il Comune non ha mai risposto a questa richiesta. Sembra che la giunta non abbia tenuto in considerazione queste figure per affrontare il tema.
Pare che la città metropolitana ha completamente abbandonato da un anno e mezzo la strada in vista dei lavori, confidando in una facile risoluzione, ma i disagi dell’ultimo smottamento rendono estremamente pericoloso e precario il passaggio dei mezzi.
Il cosiddetto bypass dei ponti, data la sua pendenza, non sarà adatto al passaggio dei mezzi pesanti e questo contribuirà sicuramente al blocco del traffico.
L’ex assessore Carlo Rebora ha esternato grandi perplessità sulla durata dei lavori, che, in una fase pregressa era stabilita in nove mesi: come si è dunque arrivati a trentadue? Minor impegno di mezzi e di personale? Orari ridotti? Pare che l’attuale giunta non fosse nemmeno al corrente di questo dato.
La realtà dei fatti, una gran brutta realtà, è che la Sindaco ha dichiarato prima di avere un “piano B” (la regolamentazione dell’ex Guidovia), salvo poi ammettere che in realtà un’eventuale emergenza verrà messa a punto solo nel momento in cui si verificasse un intoppo. Dunque nessun progetto concreto (con buona pace dei cittadini che dovranno recarsi a fondo valle…).
Di lato, la giunta si è riservata un largo spazio in cui ha attaccato il Governo, RFI, il Comune di Genova e la Regione per la situazione, limitandosi ad ostentare impotenza e impreparazione in tutta la faccenda. La sindaco sostiene che la riunione sarebbe servita per ascoltare i cittadini e trarre da loro proposte, ma la realtà è che, né sul volantino di convocazione né nei fatti, questo si palesa, poiché è stata semplicemente la comunicazione di ciò che è già stato stabilito a priori.
L’ingegnere Cociv, a precisa domanda, dichiara che i 32 mesi stabiliti per i lavori sono standard, e cioé non tengono minimamente in considerazione possibili fermi per meteo o problemi sul territorio (e visti i trascorsi aggiungiamo quelli giudiziari).
Altro aspetto quello delle aziende della zona: durante la chiusura le attività non potranno ricevere mezzi pesanti, col forte rischio di chiusure e flessioni del fatturato, che metteranno in forse assunzioni e licenziamenti.
In tutto questo il Comune non potrà nemmeno rivalersi su Cociv in caso di ritardi o problemi, perché, non essendo il Comune stesso il committente dell’opera, solo RFI potrà muoversi in tal senso. Insomma, il Comune non è stato in grado, negli ultimi 15 anni, di imporre la benché minima questione, in nulla, a prescindere dal colore politico che abbia governato, forse per mancanza di collegamento con le altre e più alte istituzioni.
La gente comincia pian piano ad abbandonare la sala senza avere risposte chiare su nulla, rimangono una cinquantina di cittadini a esporre idee e perplessità, mentre la giunta si preoccupa di iniziare a sistemare le sedie vuote, sancendo indirettamente che fosse ora di chiudere un triste sipario su se stessa.
I cittadini chiedono sicuramente di più, specie ad un Sindaco che si assenta per metà riunione. Sembra che il Comune abbia deciso di impoverire S. Marta senza colpo ferire, basti pensare che, nel piano rifiuti, in zona non arriveranno nemmeno gli Ecovan AMIU, a dimostrazione di quanto diventerà terra desolata. Si resterà senza servizi per le persone e per le aziende, diventerà la nuova Certosa del dopo ponte perché, a detta di molti presenti, tutto è stato deciso in modo inadeguato e senza comunicarlo ai cittadini.
Domani la strada sarà ancora aperta o inizieranno le danze delle auto impazzite per le viuzze cercando una scappatoia per il fondovalle? Noi suggeriamo di tornare agli asini, vecchio mezzo di trasporto dei nostri nonni, ma che permetteranno un sicuro passaggio verso il mare. Sempre che non li si abbandoni dopo averli ricevuti magari grazie a qualche fondo europeo.]]>