Cosa fare quando tuo figlio riceve una diagnosi di un disturbo specifico dell’apprendimento (DSA) o un disturbo da deficit di attenzione (ADHD)? A chi ti rivolgi, cosa deve offrire la scuola?
È quanto si è chiesto un gruppo di genitori intraprendenti a Mignanego che hanno costituito un gruppo prima di tutto di sostegno e condivisione, e in secondo luogo che sostenesse e proponesse iniziative per far conoscere queste problematiche e per instaurare un dialogo con l’istituto comprensivo che tutti i bambini coinvolti e sviluppare insieme progetti di sostegno.
Per non restare soli viene fondato nel 2014 per rispondere alla necessità di creare una cultura condivisa con la scuola per affrontare le problematiche di questi bambini nel quotidiano, dal punto di vista emotivo e non soltanto.
«In quattro anni sono cambiate molte cose, sia come sensibilità culturale generale sui disturbi dell’apprendimento che nella nostra realtà locale», ci hanno detto Silvia Zappia e Lavinia Piccini, due mamme che fanno parte del gruppo. «All’epoca però ci sentivamo tutti molto soli. Non è sufficiente mettere in mano al bambino che soffre di dislessia la mappa concettuale, serve una formazione specifica anche per gli insegnanti che lo dovranno seguire, non solo per il risultato didattico rappresentato dal voto, ma per gestire gli stati emotivi e le problematiche quotidiane che questo tipo di disturbo comporta».
Negli ultimi anni in effetti il dibattito sulla dislessia e gli altri disturbi dell’apprendimento si è allargato moltissimo, così come sono aumentate in modo esponenziale le diagnosi, tanto che uno dei principali problemi riscontrato dal gruppo è far prendere sul serio questa realtà.
«Come accade in molte altre situazioni, molto spesso il caso di abuso (un medico compiacente che diagnostica la dislessia laddove non ce n’è bisogno, per dire) fa più notizia ed è molto più condivisa di tutti quei bambini che rientrano davvero nei DSA, e quindi negli anni abbiamo riscontrato molto pregiudizio in questo senso. Tuttavia, Mignanego ci ha sorpreso, perché fin dalla nostra prima iniziativa la popolazione ha risposto in maniera molto partecipe e coinvolta».
Le iniziative del gruppo si concentrano sull’informazione in merito ai disturbi e ai BES (bisogni educativi speciali), la formazione degli insegnanti e degli educatori che si trovano ad avere a che fare con queste problematiche e di supporto agli altri genitori che nel tempo hanno ricevuto per i loro bambini una diagnosi analoga. Fin dal 2014 con una campagna di autofinanziamento (mercatini e sottoscrizioni) il gruppo ha proposto lo screening DSA per tutti i bambini dell’Istituto Comprensivo Busalla, di cui le scuole di Mignanego fanno parte, e la copertura economica dei corsi di formazione specifici per gli insegnanti.
Sempre con l’autofinanziamento il gruppo ha donato una collezione di libri dedicati alla dislessia e ad altri disturbi analoghi sia alla scuola di Mignanego che alla biblioteca, con una rosa di titoli che vanno dai saggi divulgativi e ai manuali di formazione per gli adulti alla narrativa e ai libri per ragazzi pubblicati tenendo conto delle difficoltà che la dislessia comporta (caratteri ad alta leggibilità), tra cui la serie di Henry Winkler, più noto come Fonzie di Happy Days, che condivide questo problema di apprendimento e che è diventato un testimonial per sensibilizzare la comunità americana e non solo ai DSA.
Un ulteriore passo è stata la creazione di uno sportello, prima nei locali del plesso scolastico, poi nei locali della Biblioteca Civica, per parlare con i rappresentanti di classe e con gli altri genitori che si trovano ad affrontare queste difficoltà e volevano maggiori risposte. L’iniziativa è stata supportata dalla formazione ricevuta da AID (Associazione Italiana Dislessia), perché si tratta sempre non di professionisti del settore, ma di genitori che sulla base del loro disagio e delle loro difficoltà personali vogliono evitare lo stesso calvario ad altri che si trovano nella stessa situazione.
«Lo screening è importantissimo, perché è ancora molto alta la percentuale di ragazzi che ricevono una diagnosi di DSA per la prima volta alle medie, o addirittura alle superiori, con tutti i possibili danni emotivi e psicologici che ciò può comportare. Immaginate di scoprire che gli otto anni orribili di scuola a sentirsi accusare di pigrizia, di svogliatezza, se non di stupidità, potevano essere evitati o comunque vissuti diversamente se si fosse stati creduti o se si fossero fatti i test prima, quando sono sorti i primi problemi. Anni di ansia, di inadeguatezza, di disagio nel vedersi rimanere indietro rispetto ai coetanei senza potervi porre rimedio. Molti ragazzi sentono un desiderio di rivalsa, anche nei confronti dei genitori stessi, ed è anche comprensibile».
Per farlo capire meglio, il gruppo propone in occasione della Settimana della dislessia un evento proprio per riuscire a mettersi nei panni dei ragazzi che vivono questa realtà e l’ansia sociale e familiare che ne derivano. Questa sera alle 20:30 al Teatro San Giuseppe di Mignanego verrà proiettato il documentario “Come può essere così difficile?” realizzato dal Dott. Richard Lavoie: il progetto del film è un esperimento su un gruppo di adulti, professionisti altamente qualificati e laureati, che sono stati messi nella condizione emotiva e psicologica di chi soffre di DSA per stimolare l’empatia. La visione sarà accompagnata dalla testimonianza di una dei membri del gruppo Per non restare soli, riprendendo il progetto “My Story” promosso da AID.
Appuntamento alle 20:30 questa sera al Teatro San Giuseppe di Mignanego. Dato che il teatro ha una capienza limitata a 120 posti, si consiglia di prenotare scrivendo al numero 3498626618.
]]>