Il Crocicchio, la galleria d’arte perla di Campomorone

Angelo Valcarenghi, gallerista e architetto: «Pensare che quando siamo partiti, nel 1974, qualcuno ci ha dato pochi mesi di vita. Ma noi siamo ancora qua!»

La Galleria d’arte “Il Crocicchio”

«Pensare che il critico d’arte che era venuto a vedere la prima mostra da noi organizzata ci aveva dato pochi mesi di vita a causa del fatto che riteneva la nostra galleria troppo periferica rispetto al centro città». Esordisce così Angelo Valcarenghi, gallerista, architetto, nonché ex assessore del comune di Campomorone e attuale consigliere di minoranza a Ceranesi. E invece la Galleria d’arte “Il Crocicchio”, il cui nome origina dal fatto che si trovi ubicata all’incrocio di tre antichi tracciati stradali, uno dei quali, quello che conduce al Passo della Bocchetta, corrisponde all’antichissima via Postumia, con i suoi 44 anni di attività, iniziata nel 1974, è oggi una delle gallerie più longeve e conosciute di Genova e della Liguria.

Il periodo in cui ha visto la luce “Il Crocicchio” era un momento storico in cui le amministrazioni comunali non avevano ancora particolari interessi verso gli aspetti culturali, per cui la galleria ha fatto da apripista e battistrada alla stagione culturale di Campomorone e della Valpolcevera in generale. Nei suoi primi dieci anni di vita ha svolto una intensissima attività non limitata alle arti visive, ma allargata alla letteratura, alla musica e al teatro, grazie anche all’aiuto economico fornito da un “Mecenate” di Sampierdarena che il gallerista ricorda con affetto.

Valcarenghi ci racconta la fatica dei primi anni: «Siamo una galleria di provincia, ma l’entusiasmo non è mai mancato, soprattutto all’inizio della nostra attività. Attraverso le iniziative organizzate ci siamo presi il nostro spazio e la stima di artisti, galleristi e critici d’arte importanti».

In passato sono stati progettati eventi anche a livello nazionale: «Per qualche anno abbiamo programmato manifestazioni di esecuzioni strumentali che hanno visto partecipanti giungere da tutta Italia. Il problema è che a Campomorone non c’erano strutture in cui farli alloggiare e di conseguenza ci siamo inventati le soluzioni più improbabili, distribuendoli un po’ su tutto il territorio comunale:presso alcuni ordini religiosi locali, al Santuario della Guardia e in case private; ma erano centinaia i partecipanti provenienti da fuori Genova e molti hanno dovuto necessariamente trovare sistemazione in alberghi del centro. Questo è sempre stato uno dei nostri limiti. Ciononostante tali iniziative sono state un’esperienza esaltante. Sarebbe bello se quelche altro soggetto, magari le Amministrazioni di Campomorone e Ceranesi, si facessero carico di fare rinascere queste nostre attività che portavano nella nostra valle migliaia di persone».

I galleristi de “Il Crocicchio” (oltre a Valcarenghi un ruolo rilevante nella conduzione della Galleria è stato svolto anche dalla signora Alma Durante Magi) sono sempre stati molto sensibili agli aspetti culturali. Nel corso degli anni sono state realizzate importanti iniziative oltre a quelle riguardanti la musica: concorsi di poesia e arte visiva, che hanno avuto come componenti di giuria personalità importanti a livello nazionale, compreso un candidato al Nobel per la Poesia, visite guidate a musei, presentazione di libri, manifestazioni di pittura dedicate ai bambini. «In questo ci aiutava molto la stampa, che oggi purtroppo sui fatti culturali è completamente assente, in modo particolare quella genovese», ci spiega Valcarenghi. «E’ vero, attualmente ci sono i mezzi informatici, ma a mio parere questo tipo di comunicazione è effimero. Da parte della gente c’era una risposta maggiore quando spedivamo gli inviti scritti e quando comparivano i comunicati sui quotidiani».

E gli abitanti di Campomorone come vivono “Il Crocicchio”? «In questo momento riflettono l’andamento generale, sono distratti. Ma in passato persone che non sapevano cosa fosse una tela si sono avvicinata all’arte e ad essa si sono appassionate acquisendo un ammirevole senso critico. Siamo riusciti a coinvolgere molte persone del luogo».

 

L’interno della galleria

Approfittando della presenza dell’architetto abbiamo provato a fare un quadro del patrimonio artistico di Campomorone, che vede alcuni edifici ben utilizzati, ad esempio Palazzo Balbi, sede del Comune, e altri che potrebbero essere meglio valorizzati o che dovrebbero essere recuperati. Come la Saliera, edificio del XVII secolo che svolgeva il compito di palazzo signorile e base logistica per i traffici commerciali che avvenivano fra Genova e la pianura Padana attraverso la via della Bocchetta. «La Saliera per me è una ferita aperta. Quando ero assessore mi sono battuto sino allo stremo delle forze affinchè potesse essere valorizzata adeguatamente, ma mi sono scontrato contro un muro di gomma. E ciò mi dispiace maggiormente perchè all’epoca in regione c’era un’amministrazione del PD. Credo che questa battaglia debba essere continuata, stiamo parlando di un’eccellenza della nostra valle. Noi abbiamo edifici importanti sul nostro territorio, e quando dico nostro intendo anche quello di Ceranesi, sul quale insistono notevoli presenze storiche, valgano per tutte il Paxo di Torbi e Borgo Rossi a S.Martino di Paravanico, quest’ultimo altra spina nel mio cuore. Dobbiamo dargli la giusta importanza se vogliamo capire la nostra storia».

 

 

La Saliera di Campomorone

Angelo Valcarenghi, come detto in precedenza, è anche uomo politico, avendo ricoperto per anni il ruolo di assessore all’urbanistica e all’ambiente nel comune di Campomorone. Oggi è consigliere di minoranza nel vicino comune di Ceranesi. Non può mancare un cenno alle elezioni che si svolgeranno il prossimo anno a Campomorone. Si candiderà? «Al momento svolgo volentieri il mio compito a Ceranesi. Ho dato la mia disponibilità a collaborare per la formazione e il sostegno di un’eventuale lista di centro sinistra, ma per adesso sono assolutamente fuori dal programma. La mia adesione e sostegno a questa lista prescinde da miei incarichi che nessuno mi ha proposto e che non mi attendo, darò un aiuto in qualità di iscritto al PD».

Si chiude con la possibile fusione tra il comune di Campomorone e quello di Ceranesi: «Questo dibattito va avanti dall’Ottocento. Forse si è frenato per il timore di una possibile prevaricazione di Campomorone su Ceranesi. Dal punto di vista delle ragioni emotive dico che è difficile, ma ritengo che oggi vi siano condizioni più favorevoli rispetto a una volta. Comunque i due comuni dal punto di vista storico e culturale non sono entità distinte, per cui ritengo che la loro unificazione possa essere un fatto assolutamente positivo».

 

 

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