Oggi pomeriggio il Ministro Danilo Toninelli sarà a Genova per la “cerimonia” per l’inaugurazione dei lavori di ricostruzione di Ponte Morandi – o di qualunque sarà il nome del nuovo viadotto.
La città ormai si è abituata a questo rituale delle cerimonie e festeggiamenti per qualunque passaggio relativo al cantiere più grande della Val Polcevera, eppure forse oggi, a meno di 72 ore dalla demolizione delle pile 10 e 11, più che mai questo entusiasmo quasi goliardico stona.
Mentre i cittadini chiedono risposte certe sulla viabilità, sulla sicurezza dell’esplosione, sulle centraline per monitorare la qualità dell’aria, la premura sembra andare a premere il bottone (rosso?) per avviare il getto della prima fondazione. E sì che in questi mesi abbiamo visto politici di spicco sollevare transenne, esibire bandiere ormai a brandelli, tagliare torte di pessimo gusto… potremmo andare avanti ancora a lungo.
Sebbene i gesti simbolici possano avere un valore di unione, a raccogliere la popolazione intorno a un qualcosa su cui basare la ripartenza, dopo una tragedia simile, a questo punto la popolazione genovese attenderebbe dal Ministro delle Infrastrutture quell’attività di garanzia e controllo per assicurarsi che la demolizione, che ormai sembra fissata definitivamente per venerdì 28 giugno, sia il meno dannosa e problematica sia nel breve periodo che a lungo termine per la viabilità, l’economia, il tessuto sociale e la salute dei cittadini.
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