Nel pomeriggio di domenica 2 settembre più di cento persone hanno partecipato all’assemblea pubblica sulle grandi opere indetta dal Gruppo Valverde No Tav, in chiusura delle tre giornate di festa.
Nei pressi della Casa del Popolo, in località Gallaneto, si è svolto l’incontro che ha visto tra i partecipanti non soltanto residenti della Valverde, ma anche del centro cittadino, del basso Piemonte e della Val di Susa.
A prendere la parola per primo è stato Lorenzo Torrielli, uno dei volti storici del locale movimento no tav. «Oggi avremmo voluto parlare dei procedimenti penali a nostro carico, i quali riguardano per la maggior parte blocchi di pochi minuti a mezzi pesanti diretti al cantiere. Alcuni di noi si sono visti recapitare la notifica in albergo in piena notte mentre erano in vacanza» esordisce Torrielli. «Ma dopo il crollo di ponte Morandi vogliamo dare spazio a un confronto su ciò che è accaduto. La città sta subendo notevoli disagi e mentre si stavano ancora cercando i superstiti una parte di politica non ha perso tempo per attaccare chi si è opposto alla Gronda. Le due cose non sono certo collegabili e, anzi, le grandi opere portano via fondi per le esigenze reali della popolazione».
Successivamente prende la parola l’ingegner Mauro Solari, il quale nel corso degli anni si è fatto conoscere per la propria contrarietà a terzo valico e Gronda.
«Questa tragedia ci deve far riflettere, deve fare in modo che la politica inizi a pensare a un diverso modello di mobilità, basata sul trasporto pubblico. Dopo il crollo del viadotto si è parlato tanto di grandi opere, ma sarebbe bene puntare sul nodo ferroviario di Genova, grazie al quale l’attuale linea ferroviaria potrebbe essere utilizzata come metropolitana».
E poi? «Occorre puntare realmente sul servizio Navebus, previsto dal PUC da Prà alla Foce. Inoltre società Autostrade dovrebbe farsi carico dell’abbonamento AMT per gli studenti genovesi» continua Solari.
Ma la Gronda sarebbe stata utile davvero? «Questa opera avrebbe portato via il 17% del traffico, una quota irrisoria. Pur nella tragedia dobbiamo sfruttare l’occasione per ripensare la mobilità in città».
E’ il turno di Nicoletta Dosio, storico volto della lotta no tav in Val di Susa: «Siamo qui per portarvi la nostra solidarietà dopo la terribile tragedia che ha colpito la vostra città. I disastri ambientali sono il risultato delle male opere che che si stanno realizzando e che si vogliono costruire. I soldi pubblici vanno spesi per tante piccole opere che possono potenzialmente prevenire eventi catastrofici come questo» fa presente la Dosio.
«Tutto ciò è stato possibile con il contributo dei partiti che nel corso degli anni si sono succeduti al Governo. La natura e l’ambiente sono messi in secondo piano per i sporchi interessi di pochi».
Come è la situazione in Val Susa? «Noi lottiamo da 30 anni è abbiamo contribuito a far procedere i lavori a rilento. Occorre mettere insieme le lotte, la nostra forza sta nella resistenza collettiva».
Con la consapevolezza che un futuro diverso, investendo in un modello di sviluppo sostenibile rispetto a questo dove vengono messi in primo piano gli interessi di pochi rispetto al bene comune, sia possibile.
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