La nobile arte del Bonsai da Gallaneto alla Germania

Salvatore Mancuso, vice presidente del Zena Bonsai Club, ci rivela i segreti per prenderci cura al meglio di queste piante

Il giardino di Salvatore Mancuso

I bonsai sono delle bellissime piante in miniatura molto diffuse in Oriente, ma questa pratica ha presto preso campo anche in Occidente e in Italia. E’ un hobby che permette di entrare in contatto con la natura, di occuparsi di una pianta che ha bisogno di cure per poter crescere, di trovare un legame con l’ambiente e con sé stessi. I primi bonsai furono coltivati nel VI secolo d.C. dai popoli nomadi di origine mongola che dominavano la Cina, i quali facevano crescere piante officinali nei vasi per poterle trasportare nelle migrazioni, ma divennero una vera e propria arte soltanto in Giappone, tanto che la parola deriva dal giapponese bon (contenitore) e sai (piantare).

Questa attività, come detto, è giunta anche in Italia e nel corso del tempo si è spinta addirittura fino alla Val Verde, nel paese di Gallaneto, dove Salvatore Mancuso, conosciuto in zona come Saffa, sta portando avanti questa tecnica da ormai quasi di trent’anni. «Ho avuto i primi approcci con questo mondo alla fine degli anni Ottanta», ci racconta Mancuso. «Nel corso del tempo ho fatto parte di alcune associazioni, nel 2011 sono entrato a far parte del Zena Bonsai Club e ne sono diventato vice presidente. Il nostro obiettivo è la divulgazione dell’arte bonsai sotto il profilo filosofico, tecnico e scientifico e per far ciò organizziamo corsi, conferenze e mostre atte alla divulgazione di questa disciplina».

Ma quali sono i segreti per crescere un bonsai in ottima salute? «Ci sono vari sistemi per fare un bonsai, come la talea, la margotta, da seme. Oppure si può acquistare in vivaio. L’ideale sarebbe poter prelevare la pianta in natura, ma ciò non sempre è possibile perchè occorre l’autorizzazione del proprietario del terreno. Inoltre è molto importante scegliere una specie che si adatti alle proprie condizioni ambientali. Da noi gli inverni sono rigidi, nevica e le temperature scendono sotto lo zero, avrebbe poco senso occuparsi di piante che richiedono condizioni climatiche meno rigide, come ad esempio l’ulivo».

 

Alcune creazioni di Mancuso

Questa nobile arte richiede cura costante. Infatti «I bonsai si evolvono giorno dopo giorno. Attraverso fili di alluminio o di rame possiamo dargli la forma che più ci piace» continua Mancuso. «Non potendo assumere le sostanze nutritizie dal sottosuolo vanno concimate con costanza». Senza parlare delle spese. «E’ un hobby abbastanza dispendioso, gli strumenti per curare i bonsai sono molto costosi. Ma ne vale la pena, nel 2002 mi è stata donata una borsa di studio alla Scuola d’Arte Bonsai, dove ho potuto seguire le lezioni di un maestro giapponese». Ma chi volesse tuffarsi in questo passatempo non deve disperare, infatti è possibile trovare attrezzi più economici.

E poi, ci racconta con orgoglio, «ho allestito mostre in giro per l’Italia, una mia creazione è stata mostrata addirittura in Germania».

Per il futuro spera di poter collaborare con le amministrazioni comunali, magari allestendo qualche mostra in giro per la Val Polcevera e organizzando corsi per coloro che volessero avvicinarsi a questo mondo.

Noi, vedendo con quanto trasporto questo ragazzo segue la sua passione, non possiamo fare altro che augurargli di raggiungere tutti i suoi obiettivi e di augurarci di vedere le sue creazioni sparse per i nostri paesi.

 

Salvatore Mancuso posa con Masahiko Kimura, uno dei più grandi bonsaisti giapponesi

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