Le lunghe attese al Pronto Soccorso di Villa Scassi riaprono la discussione sulla sanità in Val Polcevera

Una novantenne di San Cipriano tenuta mezza giornata in Pronto Soccorso a Sampierdarena aspettando una radiografia: è davvero il meglio che la Sanità genovese ha da offrire?

Pazienti in sala d’attesa

Immaginate lo scenario: una signora di oltre novant’anni, residente in una casa di riposo in Alta Val Polcevera, cade a terra e dopo un paio di giorni ha difficoltà a sdraiarsi e a muovere la gamba su cui è caduta, lamentando forti dolori. Ha un precedente importante: alcuni anni fa è finita a terra più o meno nello stesso modo e si è rotta un femore, così il medico curante decide di sottoporla a una radiografia per verificare che sia tutto a posto. 

Sono più o meno le 15:00, quando la signora varca la soglia del Pronto Soccorso più vicino, dove le viene assegnato un codice verde e le viene detto di mettersi comoda, perché dovrà aspettare dalle sei alle otto ore per essere visitata. Da lì in poi la signora e i suoi familiari (che hanno preso due ore di permesso dal lavoro per non lasciarla sola) attendono: fino alle 20:00, la donna non viene considerata o interpellata, poi almeno viene effettuata una visita preliminare. Con il sopraggiungere dell’orario serale, il Pronto Soccorso diventa un punto di riferimento per diverse situazioni fragili e particolari, e così la signora deve assistere anche a un senzatetto che si mette a orinare nel centro della stanza. Tra le 22:30 e 23:00 la signora riesce a essere visitata e a fare le radiografie necessarie, che fortunatamente rivelano che è tutto a posto. Per fortuna, viene da dire.

Tutto questo è accaduto nella giornata di ieri al Pronto Soccorso di Villa Scassi, come ci segnala un lettore. E ci dà modo di tornare a uno dei primi argomenti che Il Corriere delle Valli ha trattato, la sanità in Val Polcevera: continuiamo a rimanere perplessi per il protocollo della ASL3 per cui le ambulanze non possano recarsi al Punto di Primo Soccorso presente all’Ospedale Gallino a Pontedecimo, quanto meno per i codici bianchi e verdi, che potrebbero così evitare di passare otto ore a Sampierdarena.

Prendiamo il caso specifico: la paziente avrebbe potuto raggiungere l’ospedale a Pontedecimo nel giro di un quarto d’ora (liberando l’ambulanza molto rapidamente, dunque), dove probabilmente nel giro di un paio d’ore avrebbe potuto essere visitata, sottoposta ai raggi X e rimandata a casa con una diagnosi, evitando così a una signora che ha superato i novant’anni una mezza giornata di disagio in una sala d’attesa, insieme per altro a situazioni problematiche come quella che abbiamo citato. Impiegando meglio il Punto di Primo Soccorso di Pontedecimo si sfrutterebbero al meglio le risorse destinate a questa sede e si potrebbe alleggerire, almeno in orario diurno, la sala d’attesa di Villa Scassi di casi meno gravi, che non richiedono attrezzature particolari o reparti che sono operativi solo nelle strutture ospedaliere più grandi del genovesato.

Avevamo segnalato la problematica all’indomani del crollo di Ponte Morandi, una situazione particolarmente critica in cui ogni proposta per diminuire il traffico e limitare le ambulanze bloccate in coda sarebbe stata una proposta da prendere in considerazione, lanciando una petizione che in pochissimo tempo ha superato le 11.000 firme. Anche se oggi la viabilità è migliorata notevolmente, la problematica persiste per tutti quei pazienti che con un codice poco grave impiegano mezza giornata per una visita e una diagnosi.

Nel frattempo, siamo in attesa della “bozza molto avanzata” in tema Casa della Salute in Val Polcevera che il Presidente della Regione Liguria Giovanni Toti ha promesso a fine anno entro metà gennaio. A breve dunque dovrebbe essere reso noto il piano, almeno parziale, per dotare anche il territorio della Val Polcevera di questa importante struttura. Sono state aperte diverse ipotesi su dove potrebbe sorgere: da anni si parla di Bolzaneto, e non è escluso che il nuovo polo sanitario potrebbe sorgere nella zona intorno a Ponte Morandi come parte dei progetti di riqualificazione dell’area del viadotto, ma per ora si tratta solo di congetture.

Nel frattempo, vogliamo capire a che punto un’implementazione del Gallino e la possibilità di inviare i pazienti in ambulanza presso il suo Punto di Primo Soccorso potrebbe migliorare la qualità dell’offerta sanitaria in vallata. Invitiamo chi ha vissuto situazioni analoghe a quella che abbiamo raccontato a testimoniarla inviando una mail a segnalazioni@ilcorrieredellevalli.it e, se non l’avete ancora fatto, a firmare la nostra petizione.

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