Lo stato del traffico in Alta Val Polcevera: si vedono bene il tratto di SP 4 chiuso, e la coda che paralizza San Quirico.
È con tanta amarezza che abbiamo seguito questi due giorni di allerta rossa, osservando, raccogliendo le testimonianze delle persone toccate dai danni del maltempo e temendo per le conseguenze che si sarebbero riversate sul traffico oggi.
La Val Polcevera, lo abbiamo detto molte volte dal 14 agosto 2018, è una valle che apparentemente ha tante vie di comunicazione, molte delle quali però sono strade di campagna dove già nelle condizioni ottimali il doppio senso di marcia è faticoso e richiede impegno e pazienza da parte degli automobilisti.Questo aggravamento climatico, con piogge sempre più intense e continue, che impediscono al terreno di asciugare e drenare, va a influire su una rete stradale dunque già molto fragile e precaria, che è sottoposta a sollecitazioni sempre più intense. Venendo a mancare le vie principali di sfogo verso il centro città, infatti, il traffico si riversa su strade inadeguate a sostenere un passaggio intenso e continuativo.
Ceranesi è il caso emblematico.
La chiusura della SP 4 un anno fa ha spostato molto traffico su Campomorone, rallentando in maniera esponenziale il passaggio sull’altra sponda del torrente Verde. Senza il bypass dei ponti della ferrovia – lo abbiamo provato a maggio, la mattina in cui la sbarra era bloccata e la valle è stata ferma per ore, in attesa che fosse tolta – il traffico fino a Pontedecimo e oltre si paralizza. Molti però hanno cominciato a utilizzare la ex Guidovia, che collega la Gaiazza con San Biagio, e la SP 51, che di norma sempre dalla Gaiazza raggiunge Livellato e poi permette o di raggiungere la Guardia e scendere dall’altro versante, o prendere la SP 52 verso Geo.
Oggi questa viabilità è fuori uso: la ex Guidovia è chiusa da settimane, perché è stato rilevato un cedimento che potrebbe far crollare anche questa strada. La SP 52 è interrotta, anche qui una frana sta trascinando il versante a valle – il Comune di Ceranesi, dopo che il Sindaco ha prospettato su Primocanale una miracolosa riapertura per stamattina, ora si aspetta che la viabilità sia ripristinata per giovedì 28 – la SP 51 da ieri sera è aperta a senso unico alternato in un tratto con semaforo, ancora per un cedimento.
E mentre Città Metropolitana si adopera per mettere in sicurezza la SP 52, gli abitanti tengono sott’occhio ciò che rimane della SP 4, franata nel torrente circa un mese, per capire se il crollo va avanti e se i detriti si spostano. Da segnalare un tubo della fognatura che sversa liberamente nell’alveo del torrente da almeno un paio di settimane. Anche la frana sull’altro lato di Santa Marta preoccupa, e intanto si segnalano frane anche sulla strada per Lencisa… Un domino impazzito, non sapremmo in che altro modo definirlo.
Ma non è la sola situazione. A Mignanego Via Guagnino è stata chiusa in via precauzionale a causa di una frana molto ampia sotto al manto stradale, mentre su Via Tolmino è presente un restringimento di carreggiata a causa anche qui di un cedimento verso valle. Rimaniamo in attesa di sapere di più anche di queste situazioni.La situazione sulla SP 52
Ma se scendiamo un po’ per la valle – e stamattina non era cosa semplice – troviamo il voltino di San Quirico di nuovo chiuso, allagato e riempito di fango. Le code arrivano già oltre Pontedecimo a scendere… Molti pendolari si sono lamentati via social network dell’assenza di vigili a gestire i delicati incroci intorno al ponte Barbieri, lasciando scandire il tempo dai semafori, che però non sono sufficienti in questa situazione di emergenza.
E ancora più in basso, se già non fosse sufficiente, nella zona di Fegino e Borzoli stamattina si è scatenato di nuovo il caos: dopo l’esondazione del Rio tra venerdì e sabato e due giorni a spalare in aiuto alle attività commerciali del posto, e dopo le tante polemiche tra forze politiche, c’è stata una disorganizzazione inquietante nella gestione del traffico. La scuola del posto è aperta, ma non si era avvisata la ditta di scuolabus, fino alle 9:00 (ora in cui sul canale di Telegram delle comunicazioni ufficiali è apparso il messaggio) via Ferri doveva essere chiusa al traffico privato, eppure già dalle 7:00 molte autovetture sono state autorizzate a transitare.
Eppure un tratto del rio è al momento senza protezioni, perché la recinzione è stata portata via dalla piena, e la domanda che si fanno in molti è ovvia: se qualcuno si fosse fatto male, o fosse finito nel torrente, sarebbe stata sua responsabilità, visto che mancava una comunicazione ufficiale della riapertura della strada?
Non sono bastate le precauzioni in via Ferri. È ben visibile il segno dell’acqua che ha superato la paratia a protezione di un negozio.La rabbia del quartiere di Fegino è palpabile, con la rassegnazione di non essere una zona “in”, e che quindi quasi sicuramente non riceverà ondate di solidarietà a sostegno dei tanti danni subiti, soprattutto per le atitvità commerciali. Ci sono ancora famiglie isolate da sabato a Fegino alta che attendono i soccorsi. E rimangono gli interrogativi sull’opera di messa in sicurezza del rio, tanto discussa, e al momento priva di coperture finanziarie per portare a termine i lavori.
E andando ancora oltre, Corso Perrone è chuso, dopo la frana che sbatao ha isolato 120 persone… Questi i punti più gravi e preoccupanti, ma tante strade secondarie e quartieri sono in condizioni preoccupanti, e anche se si tratta di strade “minori” almeno per rispetto di chi vive in queste aree non andrebbero minimizzati o sottovalutati i disagi in corso e i rischi che potrebbero correre ancora, se ricominciasse a piovere. La situazione è gravissima, e il timore che ancora una volta sia sottovalutata perché coinvolge una zona già “di servitù” della città è diffuso e sentito da molti. Per questo motivo non riusciamo a guardare con speranza ai progetti futurisici per la valle presentati nell’ultimo mese: non riusciamo a scacciare la sensazione che si voglia creare una verde, sfavillante cattedrale in una zona che rischia di trasformarsi in un deserto urbano e sociale.