Marzia Salton Basei da Campomorone, anni ventuno. Una ragazza come tante, con una particolarità: nonostante l’età ha già partecipato a due Giri d’Italia femminili. E la Valverde può vantarsi di avere una delle stelle nascenti del ciclismo femminile.
La passione per questo sport arriva molto presto grazie a un familiare. Infatti Marzia ci racconta che ha iniziato ad avvicinarsi al ciclismo per merito del fratello: «Lui ha inizato a praticarlo nel 2002 presso l’attuale UCD Valpolcevera e io rimasi subito colpita. Allora avevo cinque anni, per poterlo praticare a livello agonistico avrei dovuto averne sei. Ho aspettato che quell’anno passasse per poter provare l’ebbrezza di salire su una di quelle biciclette che all’epoca mi sembravano così strane e speciali. Quando finalmente è arrivato il mio momento ho capito che non sarebbe stato facile smettere e più gli anni passavano più questo amore cresceva».
Questo sport prevede allenamenti quotidiani duri e costanti, per un ragazzo non è facile vedere influenzata la propria adolescenza e il proprio percorso scolastico. Marzia non rappresenta un’eccezione: «Il ciclismo condiziona interamente ogni giornata, prevede costanza sia negli allenamenti sia al di fuori di essi. Durante il mio percorso scolastico ho avuto poco tempo per lo svago e le amicizie, ero sempre immersa tra bici e libri» spiega ancora Marzia, che però non ha rimpianti: «Ammetto di aver passato qualche momento difficile nel corso di questi anni, ma non rimpiango assolutamente nulla. La voglia di portare avanti questo sport è sempre stata la cosa che ho voluto più di tutto».
Come detto, nonostante l’età la nostra compaesana ha avuto modo di mettere alle spalle una discreta esperienza. «Sono davvero contenta di aver già partecipato a due Giri d’Italia, sono state esperienze fantastiche che mi hanno aiutato a crescere e a conoscere meglio me stessa. E’ la corsa a tappe più lunga del ciclismo femminile, ti mette a dura prova ogni giorno sia fisicamente che mentalmente» continua Marzia.
E proprio al suo primo Giro rosa è legato il ricordo più bello: «Nella tappa di pianura Occhiobello – Occhiobello sono riuscita ad arrivare diciassettesima dopo che il gruppo si era spezzato a causa del forte vento laterale che ha reso la gara più dura del previsto».
C’è spazio anche per qualche ricordo meno piacevole: «L’episodio che ricorderò sempre con maggior amarezza è accaduto il giorno del mio ventunesimo compleanno, a Ovada, durante il secondo Giro. Dopo soli dieci km si è rotto un pedale e sono stata costretta a fermarmi in attesa dell’ammiraglia. Una volta ripartita sono rimasta sola per diversi km, temendo di rimanere fuori tempo massimo, fino a che sono riuscita a recuperare qualche ragazza rimasta staccata dal gruppo e a portare a termine la gara con loro».
Ma c’è qualche ciclista a cui è particolarmente affezionata e a cui si ispira? «Sono particolarmente legata a Vincenzo Nibali, soprattutto dopo aver letto il suo libro “Di furore e lealtà”, che mi ha letteralmente incantata. Lo ammiro perchè è pieno di forza e tenacia, oltre ad essere un corridore da grandi giri sa essere pericoloso anche nella gare da un giorno. E inoltre ha una caratteristica che amo particolarmente: sa guidare molto bene la bici».
Nonostante i successi Marzia resta legata alla nostra bella valle: «Me la godo ogni giorno al massimo, riesce a trasmettermi tanto anche dopo anni che la percorro ogni giorno in sella alla mia bici. Mi spiace però che il ciclismo sia poco praticato dai ragazzi, spero che possa crescere col passare degli anni, è uno sport che riesce a darti tanto».
Cosa si aspetta dal futuro: «Non ho idea di cosa mi riserverà, cerco di godermi ogni anno in cui posso ancora faticare sulla mia bici. Purtroppo sono consapevole che sia difficile poterci costruire un futuro, il ciclismo femminile è sottovalutato ed è molto difficile emergere pur impegnandosi molto. Comunque vada a finire sono molto soddisfatta di essere cresciuta in sella ad una bici, questo mi ha reso la persona forte e determinata che sono ora».
Noi le auguriamo di raggiungere tutti i suoi obiettivi e auspichiamo che si cominci a dare visibilità agli sport femminili, troppo spesso poco considerati dai media.
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