Mio figlio mi fa disperare con i compiti: come posso fare? Primo articolo della rubrica La Psicologia nel Cassetto

Nasce una nuova rubrica su Il Corriere delle Valli, dedicata alla Psicologia e curata dalla Dottoressa Veronica Capogreco

Nasce oggi “La Psicologia nel Cassetto”, la nuova rubrica a cura della Dott.ssa Veronica Capogreco, psicologa operante sul territorio di Genova Pontedecimo. La Dottoressa si occupa di età evolutiva e di età adulta, in particolare di Disturbi Specifici dell’Apprendimento, e di psicologia del comportamento alimentare, interessandosi di problematiche relative alla fame nervosa, al sovrappeso e alla gestione delle diete.

Settembre è il mese del rientro a scuola, ricominciano le varie attività settimanali, e soprattutto i compiti a casa. Ecco perché questo primo articolo lo dedichiamo alla scuola, in particolare a quei bambini che non fanno volentieri i compiti.

La gestione del diario è un’attività che i bambini, soprattutto nei primi anni della scuola primaria, faticano a svolgere in autonomia, ed i genitori passano spesso interi pomeriggi a ripetere continuamente ai propri figli di fare i compiti. Svogliatezza, pigrizia, mancanza di volontà sono le motivazioni più frequenti a detta dei genitori, che si trovano a dover affrontare non sempre in serenità il momento dei compiti a casa.

Perché mio figlio non vuole fare i compiti?

Di fronte al rifiuto di fare i compiti, talvolta il genitore si arrabbia, sgrida ripetutamente il figlio; spesso mette in atto punizioni, e molte volte in preda alla stanchezza finisce per svolgere i compiti al suo posto. Tutto questo può procurare alti livelli di stress sia per il genitore che per il figlio, rivelandosi quindi controproducente. Spesso e volentieri le motivazioni vanno ricercate più in profondità, senza cadere nelle spiegazioni semplicistiche di svogliatezza e pigrizia. Se il bambino risulta così oppositivo, e mostra un disagio marcato, probabilmente vuole comunicarci un malessere che può essere originato da diversi fattori, interni o esterni.

Vediamo nel dettaglio quali possono essere le cause di questo disagio:

  • Sentimento di inadeguatezza nei confronti del compito
  • Difficoltà o disturbi dell’apprendimento, deficit neurologici
  • Mancanza di un metodo di studio funzionale
  • Bassa autostima, quindi sfiducia nelle proprie capacità
  • Uno stile attributivo esterno per i successi (“Se faccio bene è perché il compito era facile, non perché io sono bravo”), ed uno stile attributivo interno per gli insuccessi (“La verifica è andata male perché io non sono capace”)
  • Mancanza di un supporto emotivo da parte di genitori ed insegnanti (“Nessuno crede in me, nessuno mi capisce”)
  • Mancanza di motivazione
  • Preoccupazioni relative a situazioni specifiche (ad esempio la separazione dei genitori)

Ascoltare, comprendere, supportare

Come abbiamo visto, i motivi che spingono il bambino ad opporsi allo svolgimento dei compiti possono essere di diversa natura. Ascoltare, offrire un supporto non solo materiale allo studio, ma anche emotivo, aiuta il bambino a sentirsi compreso, ad aprirsi, e a non percepire la figura del genitore come un controllore, ma come una figura di supporto.

Ricordiamo che stress ed ansia influiscono negativamente su attenzione e memoria, e quindi sull’apprendimento: si instaura infatti un circolo vizioso per cui il bambino si sentirà sempre meno motivato a studiare e a fare i compiti, compromettendo quindi la prestazione scolastica.

Cosa fare, dunque?

Oltre all’ascolto attivo, è molto importante il confronto con gli insegnanti per comprendere meglio come il bambino vive l’ambiente scolastico e intervenire eventualmente nel modo migliore. Se questo non fosse sufficiente, è opportuno consultare uno psicologo per una comprensione più profonda delle dinamiche in gioco, esaminando i fattori che concorrono ad ostacolare il benessere psicologico del bambino e proponendo le strategie più idonee per assicurare serenità al bambino e alla famiglia, ritrovando motivazione e voglia di fare.

Dott.ssa Veronica Capogreco Psicologa iscritta all’Albo A dell’Ordine degli Psicologi della Liguria, n° 2728 Sito Web • Facebook • Profilo Instagram

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