Pista ciclabile in Val Polcevera, chimera o realtà?

Da un progetto per il recupero del binario abbandonato presso la Centrale del Latte, il sogno di 11 km di pista ciclabile lungo tutto il territorio del Municipio V Valpolcevera, con possibilità di allargamento ai Cinque Comuni.

È di pochi giorni fa la conferma dei fondi di Regione Liguria per la realizzazione di una pista ciclabile in Corso italia (654.000 euro), una parte della famosa Super 11, la ciclovia di 11 km (da cui il nome) che dovrebbe collegare la Fiumara con Boccadasse.

Il tema delle biciclette nel capoluogo ligure è di vecchia data, e in questi giorni si è tornato a discutere se queste infrastrutture possano essere davvero utili sia sul dal punto di vista turistico che per i cittadini, offrendo una valida alternativa al traffico privato e aiutando a migliorare la qualità dell’aria in città. Le obiezioni sono legate alla conformazione del nostro territorio e anche alle dimensioni medie delle strade, che con gli autobus e il traffico potrebbero costituire un pericolo per i ciclisti. C’è anche chi si lamenta per le tante infrazioni al codice della strada commesse da questi ultimi (vedremo che succederà se passeranno le novità proposte in Commissione Trasporti in questi giorni dal Movimento 5 Stelle, che prevedono tra le varie norme l’ok per le biciclette a circolare contromano nei centri abitati, a transitare sulle strisce gialle e ad avere la priorità ai semafori). 

Se si parla parecchio della Super 11, meno noto è nel frattempo il progetto per una pista ciclabile che connetta tutta la Val Polcevera, un’idea molto ambiziosa: creare una rete di percorso da Pontedecimo alla zona della Fiumara riservato alle biciclette, connessa con i principali centri urbani, i punti nevralgici della rete scolastica locale e le stazioni ferroviarie. Il tutto nell’ottica di offrire un’alternativa valida all’utilizzo di un mezzo privato a motore a chi arriva o si muove dalla Val Polcevera quotidianamente, o comunque con una certa regolarità, integrandosi con la rete dei mezzi pubblici.

Immaginiamo chi deve recarsi per esempio all’IIT, o a Pontedecimo che oggi utilizza un mezzo privato: come cambiererebbe il traffico, se potesse scendere da un treno e ritirare una bici da una postazione di bike sharing, utilizzarla finché ne ha bisogno e quindi depositarla prima di riprendere i mezzi pubblici?

Abbiamo visto in questi mesi quanto il nostro sistema viario sia fragile e facile da sovraccaricare: le lunghe code per raggiungere il casello autostradale di Bolzaneto si possono tuttavia considerare un’estensione di quelle che quotidianamente molti pendolari sperimentano anche nel più banale dei giorni feriali. Una situazione che si potrebbe ripetere nel momento in cui si procederà con la demolizione dei tronconi di Ponte Morandi.

 

Il percorso previsto con le due varianti seguendo Via 30 Giugno 1960 (7) e Corso Perrone (8)

L’idea di una pista ciclabile continua lunga 11 km (ma che secondo i progetti potrebbe essere ampliata a 14, con una variante) può sembrare fuori luogo, ma potrebbe essere un’opportunità di recupero di parte del tessuto urbano polceverasco che, dopo la dismissione di tante fabbriche o di alcuni dei depositi ferroviari, non hanno trovato altra utilità. Un percorso che quindi raddoppierebbe il tracciato già previsto dalla Super 11 e che collegherebbe direttamente Pontedecimo con Boccadasse.

È la proposta dell’Associazione Liberidimuoversi: tutto è partito dall’idea di recuperare un binario abbandonato nei pressi della Centrale del Latte per convertire uno spazio rimasto senza funzione in un servizio utile alla popolazione: da quei primi 850 metri, l’idea si è allargata al recupero di strade secondarie dismesse. Una riappropriazione di spazi che non hanno al momento un utilizzo e che potrebbero essere reimpiegati come aree verdi dedicate allo sport e alla mobilità sostenibile.

Il progetto prevedrebbe di sfruttare aree di proprietà del Comune di Genova e di RFI: per il momento l’Ufficio Mobilità del Comune si è detto molto interessato, anche per la possibilità di integrare questa idea con la Super 11, mentre le Ferrovie si sono dette disponibili ad ospitare nelle stazioni di vallata delle piastre per il bike sharing e per la ricarica delle biciclette con pedalata assistita, oltre ad aree di parcheggio dedicate alle biciclette private.

Dal percorso di “fondovalle” sulla sponda destra del torrente, per non incidere sul traffico già spesso poco scorrevole dei centri urbani della vallata (in cui poi si potrebbe rientrare sfruttando i ponti pedonali, dedicandone una parte al traffico ciclistico), si potrebbero inoltre creare varianti che risalgano anche i Cinque Comuni, dedicate agli appassionati di mountain bike e ai turisti (sia da fuori che “locali”), e che rendano più accessibili anche ai ciclisti luoghi di interesse storico come i Forti, o il Santuario della Guardia, per fare qualche esempio.

Ma prima di tutto si potrebbe creare uno spazio dedicato alle biciclette, aumentando la sicurezza sulle strade della Val Polcevera: molto spesso la coesistenza del traffico pesante e ordinario con i ciclisti è difficile, a causa di cattivi comportamenti da entrambe le parte. Una pista ciclabile potrebbe ridurre in maniera sensibile gli incidenti di questo genere.

Un dettaglio importante è l’idea del recupero, con l’aumento del verde in un territorio che fatica ancora a superare il suo passato industriale, andando a reinserire tante piante locali e della macchia mediterranea, ma anche con l’installazione di pannelli fotovoltaici per rendere sostenibile l’illuminazione del percorso. Il sogno, ci hanno detto i progettisti, è riuscire a piantare un albero ogni 10m di pista ciclabile: anche rimanendo sulla versione più breve del circuito, parliamo di 1.100 alberi, un aumento significativo del verde nell’area polceverasca.

Un grande potenziale, considerando anche che uno dei criteri per cui la vivibilità della città scende, nelle analisi, è proprio la mancanza di piste ciclabili e di alternative al traffico a motore. La Val Polcevera non è certo la zona più pianeggiante e non è il primo luogo in cui si pensano piste ciclabili, tuttavia potrebbe essere un primo progetto per ripensare tutto un territorio come il Municipio V della Val Polcevera, che deve trovare una nuova identità, smettere di ricordare gli anni ’80 e affacciarsi sul nuovo millennio con delle soluzioni che siano a misura d’uomo e rendano più vivibile la vallata.

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