Raccolta differenziata, com’è andato il primo mese del nuovo regime nei CInque Comuni

A trenta giorni dal via, il progetto stenta ancora a decollare e i ritardi non aiutano a convincere i cittadini ad aderire a questa iniziativa. Vediamo cosa sta succedendo nei Comuni dell’Alta Valle

A un mese dall’inizio della nuova raccolta differenziata nei cinque Comuni dell’Alta Val Polcevera, la fase “ibrida” sembra ben lontana dalla fine.

Se i condomini e le attività economiche e commerciali stanno ancora aspettando i bidoni, le utenze private lamentano sul tutto il territorio la poca efficienza dei nuovi contenitori posizionati su strada. Malgrado il proliferare di bidoncini sulla maggior parte delle strade, spesso a fianco delle vecchie campane che devono essere ancora ritirate, sarebbe interessante vedere i prospetti del progetto, in particolare i numeri e i volumi previsti una volta che tutta la popolazione (o almeno la maggioranza) si fosse messa a fare seriamente la differenziata, perché già in questo momento un solo ritiro settimanale per carta, plastica e vetro sembra insufficiente, e in molte postazioni si vedono sacchetti su sacchetti abbandonati a fianco dei bidoni. La sensazione di degrado e di sporcizia percepiti dunque è aumentata, con conseguente malcontento.

Sicuramente molte persone devono ancora entrare a regime (l’ideale sarebbe cercare di ridurre il più possibile i volumi, in particolare per plastica e carta schiacciando le bottiglie vuote e comprimendo i cartoni), tuttavia quanto visto in questo primo mese, in cui i più restii stanno ancora utilizzando i bidoni tradizionali come indifferenziato, fa pensare che dovranno essere apportate delle correzioni importanti sul piano.

I ritardi: in un mese la situazione per condomini e attività commerciali è rimasta pressoché invariata, e a questo punto forse bisognerebbe comunicare alla cittadinanza i tempi in cui si prevede di risolvere questa situazione. Altro interrogativo sono i bidoni rossi per i pannolini, ancora non comparsi nelle strade… Come, in tante aree, altri contenitori: molte aree di raccolta sono incomplete – in diversi punti ad esempio sono stati sostituiti carta, plastica e vetro ma non è stato posizionato il bidone per l’umido, in altre permangono le vecchie campane, spesso perfino inutilizzabili.

L’altro punto dolente è la raccolta porta a porta del secco residuo, che avviene in maniera spot e non su tutte le strade del territorio, tanto che molti cittadini nelle ultime settimane hanno lamentato di aver ritrovato il proprio mastello pieno anche dopo l’orario in cui avrebbe dovuto passare il camion. Questa raccolta in particolare dovrebbe essere stata affidata a un’azienda che collabora con AMIU, ma che non avrebbe la stessa conoscenza del territorio, e per questo motivi il nuovo regime starebbe andando a rilento. Rimane il dubbio che i mastelli in questione non siano stati svuotati perché non è stato effettuato il passaggio o perché non riempiti correttamente, ma in questo caso non è chiaro se gli addetti alla raccolta lo debbano segnalare, né le modalità (ad esempio, in alcune zone della Sardegna gli operatori scrivono su un nastro adesivo incollato sul bidone le motivazioni del ritiro non effettuato).

I Comuni stanno facendo quello che possono per minimizzare i disagi. La settimana scorsa per esempio l’Assessore ai Lavori Pubblici, al commercio, e alle attività produttive Erminia Rebora a Campomorone ha accompagnato nel giro di raccolta gli addetti, per vedere di capire come la cittadinanza sta posizionando i mastelli e illustrare tutte le strade da percorrere su un territorio di campagna come quello polceverasco, e sempre in settimana i rappresentanti dei Cinque Comuni hanno avuto un altro incontro con AMIU, a cui hanno comunicato le lamentele dei cittadini.

Tuttavia, il fastidio per un sistema che sembra tutto fare tranne semplificare le cose cresce: se da un lato si tratta di avere pazienza, dall’altro ci si chiede come mai si sia cominciato con tanta fretta, quando molti dei problemi finora riscontrati erano prevedibili.

Più la fase “ibrida” si protrarrà, meno sarà il consenso per un’iniziativa che parte della cittadinanza ancora stenta a capire e ad accettare, anche se i risultati sarebbero positivi per tutti, non solo in termini ambientali, ma anche economici: ricordiamo che tutti e cinque i Comuni dell’Alta Valle sono molto lontani dall’essere tra i virtuosi ricicloni che riescono a raggiungere la quota del 65% di spazzatura differenziata e recuperabile, e di conseguenza dal togliersi dalle spalle le multe comminate per l’obbiettivo mancato, multe che ricadono poi su tutti, compreso chi ricicla e differenzia da anni.

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