Una giornata dedicata alla memoria degli avvenimenti di agosto e al futuro di una delle corse ciclistiche più caratteristiche della Liguria.
L’US Pontedecimo si è riunito a Lencisa sabato scorso, presso il Ristorante Bertin, per un doppio evento che ha emozionato i presenti e ha gettato le basi per il futuro di una manifestazione tanto amata quale è il Giro dell’Appennino.
Il momento più toccante è stato sicuramente la consegna della maglia dedicata al piccolo Samuele, la vittima più giovane del disastro di Ponte Morandi: una maglia di Luca Raggio, giovane promessa del ciclismo ligure, donata allo zio che l’ha portata con sé il giorno dopo alla Maratona di Genova. Luca ha inoltre ricevuto una premio per i risultati conseguiti nella stagione passata, emozionandosi a sua volta per le belle parole che hanno accompagnato la targa.
Stefano Anzalone e Federico Romeo con Ivano CarrozzinoMa la giornata è stata anche l’occasione per parlare del prossimo Giro dell’Appennino, che si correrà domenica 28 aprile 2019. Un’edizione che si preannuncia emozionante, anche perché celebrerà i 100 anni dalla nascita di uno dei grandi protagonisti storici della corsa, Fausto Coppi. I rappresentanti istituzionali presenti hanno elogiato la bellezza e la particolarità di questa cosa, andando però a toccare un tema sempre caldissimo, per gli appassionati: l’arrivo. Se la tradizione vorrebbe l’arrivo in Piazza Arimondi a Pontedecimo, infatti, il Comune di Genova sostiene la soluzione adottata negli ultimi anni con l’arrivo in centro città risalendo Via XX Settembre, sicuramente molto scenografica.
Così, Pontedecimo continuerà a essere un passaggio come molti altri nel percorso del giro, anche c’è sicuramente una ottima notizia: si torna sulla Bocchetta, e “dal verso giusto”, come si è ricordato durante i discorsi. Una tappa fondamentale del Giro dell’Appennino, che non poteva mancare.
L’altra notizia è che gli enti locali sembrano aver trovato un accordo e gli spazi necessari per il Museo del Giro dell’Appennino, questo sì con sede a Pontedecimo, per dare il giusto spazio a una manifestazione storica che attira appassionati dall’estero e che potrebbe diventare, con la giusta attenzione, un punto di riferimento per il turismo in vallata.
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