Ripensare la mobilità Genova e la Val Polcevera

Mobilità di merci e individui, riqualificazione della Val Polcevera, ristrutturazione dei servizi e assistenza a sfollati e attività economiche toccate dal crollo di Ponte Morandi: questi sono stati i temi più toccati durante l’incontro che si è tenuto in mattinata al Cinema Albatros organizzato da CGIL Genova. 

25 Settembre – La redazione del Corriere delle Valli ha assistito questa mattina all’incontro organizzato da CGIL Genova sul tema “La vita, il lavoro, il futuro dopo il Ponte Morandi”.

L’evento si è tenuto al Cinema Albatros di Rivarolo e ha visto come oratori Ivano Bosco, Segretario Generale Camera del Lavoro Metropolitana di Genova e Paolo Odone, Presidente della Camera di Commercio di Genova;  il Sindaco di Genova Marco Bucci e il Presidente del Municipio V Valpolcevera, Federico Romeo; Franco Ravera, Presidente del comitato degli sfollati di Ponte Morandi, e Marco Granara, Segretario Generale CISL Genova Area Metropolitana; Clelia Tuscano, dell’Ordine degli Architetti di Genova; Enrico Musso,  Direttore del Centro italiano di eccellenza sulla logistica, i trasporti e le infrastrutture (C.I.E.L.I.) dell’Università di Genova e, a chiudere, l’intervento di Susanna Camusso, segretaria generale della CGIL.

La mobilità è stato uno dei temi più discussi, di cui riportiamo i due interventi più significativi.

Il Sindaco Marco Bucci ha parlato per prima cosa delle ferrovie e delle strade interrotte da ormai più di un mese, riportando che entro una decina di giorni i binari della linea Sommergibile e della linea Bastioni (la prima serve la rete merci da e verso il Porto di Genova, la seconda, percorsa dai convogli passeggeri, permetterà di ricollegare le stazioni di Genova Rivarolo e Genova Sampierdarena), ripristinando così un flusso di merci e persone fondamentale per la città.

Per quanto riguarda le vie che si trovavano sotto Ponte Morandi, la prima che sarà ripristinata sarà sicuramente Via 30 Giugno 1960, lo stradone  a scendere lungo il Torrente Polcevera. Il ritardo in questo caso è dovuto al fatto che i detriti del cavalcavia ancora sulla carreggiata sono parte delle prove che devono essere esaminate durante l’incidente probatorio, partito questa mattina presso il Tribunale di Genova. La parola spetta perciò al giudice incaricato: non appena questi darà il via libera per lo sgombero della strada, entro una settimana secondo il Sindaco questa sarà riaperta al traffico per tutti i mezzi, consentendo un importante sfogo per l’autostrada e per Via Borzoli (nonché un accesso fondamentale per la zona commerciale di Campi). La seconda via su cui si interverrà sarà Corso Perrone, ma è stato annunciato che non verrà riaperta al traffico fino a che ciò che rimane di Ponte Morandi non sarà stato del tutto abbattuto (il troncone di ponente sarà il primo su cui si interverrà) per la sicurezza dei cittadini. I tempi saranno più lunghi per Via Giorgio Perlasca, che nel crollo ha subito i danni più gravi.

Dopo questo resoconto, il Sindaco si è spostato a parlare di servizio pubblico e degli interventi che sono necessari per rendere più funzionale la mobilità e spingere sempre più persone a lasciare la macchina privata a casa o in un parcheggio di interscambio. Il primo punto è proprio questo: potenziare le aree di parcheggio in Val Polcevera. È stato nominato un accordo con Ferrovie dello Stato per rendere disponibili zone di sosta in Via Bruzzo a Bolzaneto, a Campasso, oltre che a Quinto e a Pra’, da cui i cittadini potranno poi proseguire con i mezzi pubblici o condividendo un’auto con più persone tramite il car pooling (clicca qui per scoprire di cosa si tratta). Si è inoltre parlato di uno studio in corso per attuare modifiche alla viabilità di Via Sardorella, sempre a Bolzaneto, e di una trattativa con Autostrade per l’Italia per aprire il “mini-casello” a San Cipriano in modo che i residenti di Serra Riccò e della zona limitrofa. Altre misure su cui si punta sono un biglietto integrato AMT + ATP + FS, per il quale dovrebbe essere previsto un finanziamento nel Decreto Genova (il condizionale è d’obbligo, dato che al momento il Decreto non è stato ancora licenziato). Come suggerito anche da Ivano Bosco, il Sindaco ha parlato della possibilità di far rientrare nei benefit aziendali delle imprese genovesi l’abbonamento ai mezzi per i rispettivi dipendenti, al fine di rendere più agevole la viabilità, e anche di uno studio in atto per offrire il servizio pubblico gratuitamente.

Enrico Musso ha rincarato la dose sostenendo tutte queste proposte, pur sottolineando che non sarà facile rendere fruibile liberamente i mezzi a tutti i cittadini prima di tutto perché le aziende dovranno fare fronte ai minori introiti che questa misura comporterebbe; in secondo luogo, si è parlato molto di qualità e di ripensamento strutturale del servizio pubblico metropolitano, il che comporterebbe più mezzi in strada, con più personale e maggiori costi da sostenere. Tuttavia, bisogna riconoscere che il sistema infrastrutturale era prossimo al collasso anche prima del crollo di Ponte Morandi, e ragionare non per tornare alla situazione precedente, ma per ripensare a tutta la rete del trasporti in vallata e a Genova.

Oltre a incentivi per condividere l’automobile con il car pooling (biglietti per il teatro omaggio e la possibilità di usufruire delle corsie gialle), la promozione del bike sharing e del car sharing, si è parlato di uno dei servizi più necessari: il prolungamento della metropolitana lungo la Val Polcevera, al fine di spostare quante più persone da gomma a rotaia il primo possibile. Questo piano è attuabile per il lungo periodo e non per rispondere al periodo emergenziale da cui si spera la vallata uscirà con la riapertura di Via 30 Giugno 1960.

Musso ha però ribadito quanto si importante ripartire dalla concezione generale della mobilità, e da un’educazione alla mobilità sostenibile. I cittadini, ha detto, devono essere più consapevole di quanto costano alla collettività i loro spostamenti e, soprattutto, i loro cattivi comportamenti in strada.

Bisognerà anche valutare quanto i cittadini saranno disposti a fidarsi, dopo decenni di tagli al servizio pubblico, con corse sempre più sporadiche, affollate e allo stesso tempo care, le lunghe attese alle fermate e alle stazioni ferroviarie, i molti guasti e disservizi. Inoltre, durante l’incontro non è stata affrontata una questione molto importante: la sicurezza a bordo dei mezzi pubblici e nelle aree di interscambio, in particolare nelle ore notturne. Sarebbe interessante capire, a distanza di sei mesi dall’installazione di SiMon, il Sistema di Monitoraggio che secondo l’Assessore Stefano Garassino doveva garantire l’incolumità di autisti e passeggeri, quali sono stati i miglioramenti effettivi in particolare sulle linee di lunga percorrenza serali, come 9, 663 e N1. Così come nei parcheggi: a Pontedecimo negli ultimi due mesi si sono rilevati diversi furti con atti vandalici nell’area di sosta adiacente alla stazione ferroviaria, per fare un esempio.

Pur chiedendoci quanto i rischi siano reali o soltanto percepiti, è un dato di fatto che molti cittadini continueranno a usare l’auto privata, se devono muoversi in orari poco serviti o considerati poco sicuri.

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